Pettirosso
Erithacus rubecula
Con l’arrivo dell’autunno, ecco che fra i rami sempre più spogli, spunta un uccellino dal petto color rosso-arancio, decisamente inconfondibile: il pettirosso. Dato che alle nostre latitudini ed in pianura è assente per gran parte dell’anno, ci accorgiamo dell’arrivo di questa specie, quando il suo colore sgargiante risalta nella nebbia e nel grigiore invernale.
Contrariamente da quanto si possa immaginare, il pettirosso è un uccello tutt’altro che mansueto. Solitario e sempre in movimento, ha un’indole particolarmente aggressiva verso i propri simili di cui non ama la vicinanza soprattutto durante la stagione dell’accoppiamento. Dimostra spavalderia anche con il suo atteggiamento particolarmente confidente nei confronti dell’essere umano.
La specie è diffusa in Eurasia e Nordafrica, in inverno le popolazioni scandinave ed est-europee migrano verso sud-ovest, alle nostre latitudini le popolazioni sono più stanziali e compiono solo migrazioni a breve raggio.
Insettivoro e si alimenta generalmente a terra, ma caccia anche insetti in volo. Si nutre di coleotteri e rispettive larve, gasteropodi, vermi, e ragni. In inverno sopperisce alle carenze con bacche, piccoli frutti, e non rifiuta grasso e semi delle mangiatoie artificiali.
Aree di nidificazione (verde chiaro)
Popolazioni stanziali (verde scuro)
Aree di svernamento (blu)
Forse perché questo uccello così piccolo, all’apparenza fragile sopravvive anche nel più freddo degli inverni, forse perché il carattere tenace e battagliero fa del pettirosso un simbolo di coraggio, da sempre questa specie emoziona chi lo osserva ed attorno a questa si sono sviluppate diverse leggende.
Presenza in Orto botanico: ovunque in autunno e in inverno, con predilezione dei punti dove si scava e si smuove il terreno.