Serre di Scopoli
Le serre furono progettate da Giuseppe Piermarini, impegnato all’epoca nei lavori di riassetto nell’Università di Pavia. La costruzione iniziò nel 1776 sotto la direzione di Valentino Brusati. L’edificio, allora solo impostato, venne completato negli anni successivi quando divenne direttore dell’Orto Botanico Giovanni Antonio Scopoli. Si tratta di un ampio edificio rettilineo con due ali raccordate da un corpo centrale. Le due ali (est e ovest) erano caratterizzate da ampie coperture vetrate inclinate esposte a meridione e sostenute da telai in legno. Il primo edificio fu drasticamente rinnovato nei primi decenni del XIX secolo: sotto la direzione di Domenico Nocca infatti, le strutture lignee furono completamente sostituite dall’edificio in muratura, pietra e ferro. Fu Luigi Canonica ad occuparsi della ristrutturazione, che corrisponde in massima parte alla serra attuale. La facciata d’ingresso è sormontata da una lapide che riporta un frammento del poema arcadico “Invito a Lesbia Cidonia” di Lorenzo Mascheroni (Pullular vedrai/entro tepide celle erbe salubri/dono di mari peregrini/stanno le prede di più climi in pochi solchi) che, presentando le collezioni del Museo di Storia Naturale dell’ateneo pavese, cita anche queste serre.
Zona delle Cycadales
Nell’ala orientale delle Serre di Scopoli è ospitata la collezione di Cicadali (Cycadales). Il nucleo
fondamentale della collezione fu costituito negli anni Settanta del XX secolo quando Ruggero Tomaselli e Alberto Balduzzi presero parte a numerose esplorazioni botaniche in America Centrale. Le Cicadali, comprendenti Cycadaceae e Zamiaceae, la cui origine risale al Carbonifero o agli inizi del Permiano e che hanno raggiunto la massima abbondanza e diffusione nell’Era Mesozoica, sono un gruppo di gimnosperme che, nella loro organizzazione vegetativa e riproduttiva, conservano caratteristiche molto arcaiche: hanno spesso l’aspetto di palme, con fusto eretto e colonnare e indiviso, e grandi foglie composte, coriacee con apice pungente; sono piante con fiori unisessuali, a lento accrescimento e per questo individui vecchi e di buone dimensioni risultano particolarmente preziosi a scopo ornamentale. Questo gruppo di piante è protetto dalla convenzione internazionale CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), che regola il commercio degli organismi minacciati.
Zona delle piante succulente
L’ala occidentale delle Serre di Scopoli è occupata dalla collezione di piante succulente, definite nel linguaggio comune “piante grasse”. Questa raccolta ha avuto origine durante la direzione di Raffaele Ciferri. Tomaselli introdusse in seguito un bellissimo individuo della particolarissima gimnosperma Welwitschia mirabilis i cui territori di origine sono i semideserti di Angola e Namibia. La collezione serve a fornire un supporto didattico per mostrare i fenomeni di convergenza evolutiva esistenti tra i diversi gruppi di piante, molto differenti da un punto di vista sistematico e per origine fitogeografica, che hanno affrontato la vita in habitat simili caratterizzati da marcate condizioni di carenza idrica. Infatti molte famiglie di piante del tutto diverse da un punto di vista sistematico (Cactaceae, Asclepiadaceae, Asteraceae, Euphorbiaceae) tendono ad assumere lo stesso aspetto per fronteggiare simili condizioni di scarsità d’acqua. Questo fenomeno è detto convergenza evolutiva: le foglie tendono a diminuire la propria superficie diventando cilindriche o comunque molto spesse e carnose.
Le specie che si trovano nella prima aiuola presso l’ingresso provengono dalle zone aride del Vecchio Mondo e in particolare dall’Africa. Sono presenti molte specie dei generi Euphorbia e Aloe. Le specie che si trovano nella seconda aiuola provengono dal continente americano e sono ben rappresentative della vasta famiglia delle Cactaceae.