La coltivazione della pianta di tè cominciò alla fine del XIX secolo ad opera di Giovanni Briosi. In seguito Gino Pollacci, in linea con le politiche autarchiche del regime fascista, riuscì ad acclimatare la pianta e a ottenere una nuova varietà di tè, che chiamò Camelia sinensis forma ‘ticinensis’, resistente al freddo e al clima di Pavia, anche in assenza di protezione durante la stagione invernale. Per questo contributo ricevette nel 1939, con il chimico Mario Gallotti, il primo premio del Ministero dell’Interno per il miglior contributo agli studi sui surrogati del tè asiatico; un assaggio di questo tè fu anche trasmesso a Mussolini, che espresse il suo gradimento.

La pianta fiorisce generalmente due volte all’anno in maggio e in ottobre producendo piccole camelie bianche.