Piante officinali
È probabile che fin dal 1520 esistesse, a Pavia, un Orto con collezioni di piante officinali presso l’abitazione in Pavia di Leonardo Leggi, patrizio pavese, medico e lettore di medicina pratica ordinaria. L’ubicazione dell’orto dei semplici dell’Ateneo che succedette a questo rimane incerta, come pure è probabile che esso abbia cambiato sede più volte fino al 1763. In vista della formazione dell’Orto nella sua sede, già dal 1772 il Conte Firmian suggeriva alle autorità di assumere come modello l’Orto dei semplici di Padova, diretto dal prefetto Giovanni Marsili. Dopo Giovanni Antonio Scopoli (1776-1788), che si dedicò ad accrescere le collezioni dell’Orto Botanico, fu Domenico Nocca (1797-1826) che aumentò gli spazi dedicati alla coltura di piante officinali e tossiche, suddividendo le aiuole in pulvilli, o lettorini, tuttora utilizzati. E’ nel 1997, sotto la direzione di Alberto Balduzzi (1997-2002), che si gettano le basi per una rinnovata collezione di piante officinali. Attualmente esse sono coltivate nelle prime file di lettorini antistanti le Serre scopoliane. La collezione di piante di interesse officinale (medicinali, da fibra, oleifere, aromatiche, tintorie, tossiche, ecc…). è ad ora in fase di ripristino ed integrazione delle collezioni. Tra le specie presenti si ritrovano Glycyrrhiza echinata, Rheum officinale, Hypericum perforatum, Melissa officinalis, Artemisia absinthium, Calendula officinalis, Artemisia dracunculus, Echinacea angustifolia, Salvia elegans, Salvia officinalis, Rosmarinus officinalis, Datura stramonium, Silybum marianum, Althaea officinalis, Mandragora autumnalis, Dictamnus albus, Asparagus officinalis, Saponaria officinalis, Clinopodium nepeta, Allium angulosum, Achillea millefolium e Vincetoxicum hirundinaria, Heracleum sphondylium, Armoracia rusticana, Galium verum.